Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers Volume I Part 29

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Disse l' abate: Il ben venuto sia: Di quel ch' io ho, volentier ti daremo, Poi the tu credi al figliuol di Maria; E la cagion, cavalier, ti diremo, Acci che non l'imputi a villania, Perche a l'entrar resistenza facemo, E non ti volle aprir quel monachetto; Cos intervien chi vive con sospetto.

Quando ci venni al principio abitare Queste montagne, benche sieno oscure Come tu vedi, pur si potea stare Sanza sospetto, ch' ell' eran sicure: Sol da le fiere t'avevi a guardare: Fernoci spesso di brutte paure; Or ci bisogna, se vogliamo starci, Da le bestie dimestiche guardarci.

Queste ci fan piutosto stare a segno: Sonci appariti tre fiere giganti, Non so di qual paese o di qual regno, Ma molto son feroci tutti quanti: La forza e 'l malvoler giunt' a lo 'ngegno Sai che pu 'l tutto; e noi non siam bastanti: Questi perturban si l'orazion nostra, Che non so piu che far, s'altri nol mostra.

Gli antichi padri nostri nel deserto, Se le lor opre sante erano e giuste, Del ben servir da Dio n'avean buon merto: Ne creder sol vivessin di locuste: Piovea dal ciel la manna, guesto e certo; Ma qui convien che spesso a.s.saggi e gust Sa.s.si, che piovon di sopra quel monte, Che gettano Alabastro e Pa.s.samonte.

E 'l terzo ch' e Morgante, a.s.sai piu fiero, Isveglie e pini e f.a.ggi e cerri e gli oppi, E gettagli infin qu; questo e pur vero: Non posso far che d'ira non iscoppi.

Mentre che parlan cos in cimitero, Un sa.s.so par che Rondel quasi sgroppi; Che da' giganti giu venne da altro Tanto, ch' e' prese sotto il tetto un salto.

Tirati drento, cavalier, per Dio, Disse l'abate, che la manna casca.

Rispose Orlando: Caro abate mio, Costui non vuol che 'l mio caval piu pasca: Veggo che lo guarebbe del restio: Quel sa.s.so par che di buon braccio nasca.

Rispose il santo padre: Io non t' inganno; Credo che 'l monte un giorno gitteranno.

No. VI.

Pa.s.sAGES IN THE BATTLE OF RONCESVALLES.

THE SAME.

_Orlando and Bujaforte._

La battaglia veniva rinforzando, E in ogni parte apparisce la morte: E mentre in qua e in la, combatte Orlando, Un tratto a caso trov Bujaforte, E in su la testa gli dette col brando: E perche l'elmo e temperato e forte, O forse incantato era, al colpo ha retto: Ma de la testa gli balz di netto.

Orlando prese costui per le chiome, E disse: Dimmi, se non ch' io t'uccido.

Di questo tradimento appunto e come: E se tu il di', de la morte ti fido, E vo' che tu mi dica presto il nome.

Onde il pagan rispose con gran grido, Aspetta: Bujaforte io te lo dico, De la montagna del Veglio tuo amico.

Orlando, quando intese il giovinetto, Subito al padre suo raffigurollo: Lasci la chioma, e poi l'abbracci stretto Per tenerezza, e con l'elmo baciollo; E disse: O Bujaforte, il vero hai detto Il Veglio mio: e da canto tirollo: Di questo tradimento dimmi appunto, Poi the cos la fortuna m' ha giunto.

Ma ben ti dico per la fede mia, Che di combatter con mie genti hai torto; E so che 'l padre tuo, dovunque e' sia, Non ti perdona questo, cos morto.

Bujaforte piangeva tuttavia; Poi disse: Orlando mio, datti conforto; Il mio signore a forza qua mi manda; E obbedir convien quel che comanda.

Io son de la mia patria sbandeggiato: Marsilio in corte sua m' ha ritenuto, E promesso rimettermi in istato: Io vo cercando consiglio ed ajuto, Poi ch' io son da ognuno abbandonato: E per questa cagion qua son venuto: E bench' i mostri far grande schermaglia.

Non ho morto nessun ne la battaglia.

Io t' ho tanto per fama ricordare Sent.i.to a tutto il mondo, che nel core Sempre poi t' ebbi: e mi puoi comandare: E so del padre mio l'antico amore: Del tradimento tu tel puoi pensare: Sai che Gano e Marsilio e traditore: E so per discrezion tu intendi bene, Che tanta gente per tua morte viene.

E Baldovin di Marsilio ha la vesta; Che cos il vostro Gano ba ordinato: Vedi che ignun non gli pon lancia in resta: Che 'l signor nostro ce l'ha comandato.

Disse Orlando: Rimetti l'elmo in testa, E torna a la battaglia al modo usato: Vedrem che segnira: tanto ti dico, Ch' io t'ar sempre come il Veglio amico.

Poi disse: Aspetta un poco, intendi saldo, Che non ti punga qualche strana ortica: Sappi ch' egli e ne la zuffa Rinaldo: Guarda che il nome per nulla non dica: Che non dicesse in quella furia caldo, Dunque tu se' da la parte nimica: Si che tu giuochi netto, destro e largo: Che ti bisogua aver qu gli occhi d'Argo.

Rispose Bujaforte: Bene hai detto: Se la battaglia pa.s.sera a tuo modo, Ti mostrer che amico son perfetto, Come fu il padre mio, ch' ancor ne G.o.do.

The poor youth takes his way through the fight, and unfortunately meets with Rinaldo.

Rinaldo ritrov quel Bujaforte, Al mio parer, che sarebbe scoppiato, Se non avesse trovato la morte: E come egli ebbe a parlar cominciato Del re Marsilio, e di stare in suo corte.

Rinaldo gli rispose infuriato: Chi non e ineco, avverso me sia detto; E cominciogli a tra.s.sinar l'elmetto.

E tra.s.se un mandiretto e due e tre Con tanta furia, e quattro e cinque e sei, Che non ebbe agio a domandar merze, E morto cadde sanza dire omei.

_Orlando and Baldwin._

Orlando, poi che lasci Bujaforte, Pargli mill'anni trovar Baldovino, Che cerca pure e non truova la morte: E ricogn.o.bbe il caval Vegliantino Per la battaglia, e va correndo forte Dov' era Orlando, e diceva il meschino: Sappi ch' io ho fatto oggi il mio dovuto; E contra me nessun mai e venuto.

Molti pagani ho pur fatti morire; Per quel che ci sia pensar non posso, Se non ch' io veggo la gente fuggire.

Rispose Orlando: Tu ti fai ben grosso; Di questo fatto stu ti vuoi chiarire, La soppravvesta ti cava di dosso: Vedrai che Gan, come tu te la cavi, Ci ha venduti a Marsilio per ischiavi.

Rispose Baldwin: Se il padre mio Ci ha qui condotti come traditore, S' i' posso oggi campar, pel nostro Iddio Con questa spada pa.s.serogli il core: Ma traditore, Orlando, non so io, Ch' io t' ho seguito con perfetto amore: Non mi potresti dir maggiore ingiuria.-- Poi si stracci la vesta con gran furia,

E disse: Io torner ne la battaglia, Poi che tu m' hai per traditore scorto: Io non son traditor, se Dio mi vaglia: Non mi vedrai piu oggi se non morto.

E in verso l'oste de' pagan si scaglia Dicendo sempre: Tu m' hai fatto torto.

Orlando si pentea d'aver cio detto, Che disperato vide il giovinetto.

Per la battaglia cornea Baldovino, E riscontr quel crudel Mazzarigi, E disse: Tu se' qui, can Saracino, Per distrugger la gente di Parigi?

O marran rinnegato paterino, Tu sarai presto giu ne' ba.s.si Stigi: E tra.s.se con la spada in modo a questo, Che lo mand dov' egli disse presto.

Orlando meets again with Baldwin, who has kept his word.

Orlando corse a le grida e 'l romore, E trov Baldovino il poveretto Ch' era gia presso a l'ultime sue ore, E da due lance avea pa.s.sato il petto; E disse. Or non son io piu traditore-- E cadde in terra morto cos detto: De la qual cosa duolsi Orlando forte, E pianse esser cagion de la sua morte.

[Footnote 1: S, the Italian _yes_. A similar territorial designation is familiar to the reader in the word "Languedoc," meaning _langue d'oc_, or tongue of Oc, which was the p.r.o.nunciation of the _oui_ or _yes_ of the French in that quarter.]

[Footnote 2: Alluding to the cruel stories in the mythology of Boeotia.]

[Footnote 3: The controversial character of Dante's genius, and the discordant estimate formed of it in so many respects by different writers, have already carried the author of this book so far beyond his intended limits, that he is obliged to refer for evidence in the cases of Ugolino and Francesca to Balbo, _Vita di Dante_ (Napoli, 1840), p.

33; and to Troya, _Del Vettro Allegorico di Dante_ (Firenze, _1826), pp.

28, 32, and 176.]

END OF VOL. I.

Stories from the Italian Poets: with Lives of the Writers Volume I Part 29

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